Acqua potabile … all’arsenico
Acqua potabile … all’arsenico.
L’Unione europea ha bloccato l’ennesimo tentativo dell’Italia di rimandare l’applicazione dei limiti di Arsenico contenuti nell’acqua di rubinetto fissati dalla UE per poterla definire potabile. La motivazione è stata che gli alti limiti di questa sostanza possono favorire l’insorgenza di gravi malattie come il tumore.
Bruxelles vuole che l’Italia proceda con le ordinanze per rendere non potabile l’acqua in 128 comuni della penisola, in quanto i limiti superano i 10 microgrammi per litro fissati dalla UE (in alcuni casi si arriva anche a 50 microgrammi).
In un documento di 66 pagine indirizzato all’Italia, la Commissione Europea ricorda che, in merito alla richiesta di ulteriore proroga da parte dell’Italia del 10 Febbraio scorso, la risposta è NO e allega l’elenco dei comuni che devono fermare la fornitura o correre ai ripari a causa delle alte concentrazioni di Arsenico nei propri rubinetti.
In particolare, la commissione dice che “per quanto riguarda l’Arsenico, le prove scientifiche nei documenti indicati in riferimento negli orientamenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e nel parere del Comitato Scientifico dei Rischi sanitari e ambientali consentono deroghe temporanee fino a 20 μg/l, mentre valori di 30, 40 e 50 μg/l determinerebbero rischi sanitari superiori, in particolare talune forme di cancro. Pertanto, occorre autorizzare unicamente deroghe per valori di Arsenico fino a 20 μg/l.”
I comuni italiani in tutto sono 8000, quindi la percentuale di comuni in cui l’acqua sarebbe pericolosa è relativamente basso, 128, ma il problema è che, invece di adottare una politica di prevenzione o di azione programmata – e il tempo c’è stato – adesso ci troviamo di fronte all’ennesima emergenza. Inoltre, si contribuisce a diffondere tra la cittadinanza la sensazione che l’acqua dei rubinetti non è buona e si incentivano forme di spreco e di abuso di acqua minerale, che numerosi esperti hanno indicato come meno controllata e sicura dell’acqua di rubinetto.
La decisione della Commissione Europea risale al 28 ottobre 2010 e adesso l’Italia potrebbe finire davanti alla Corte di Giustizia Europea se non agisce. Il prossimo passo da parte dell’Europa, infatti, è un procedimento d’infrazione.
Il provvedimento della Commissione europea riguarda 91 Comuni del Lazio tra le province di Roma, Viterbo e Latina, 8 Comuni in Lombardia, 10 in Trentino-Alto Adige e 19 in Toscana. L’acqua che esce dai rubinetti di questi 128 Comuni contiene arsenico oltre la soglia di 10 microgrammi per litro. E a Velletri, comune alle porte di Roma, la concentrazione di arsenico registrata nelle acque dalla Asl locale avrebbe addirittura superato i 50 microgrammi/litro, ma ai cittadini non e’ stato ancora dato l’allarme.
Fonte: “Gaianews.it”
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L’elenco, contenuto nel documento della Commissione europea, si può scaricare qui.